Il proprietario inglese di questa rara e ricercata edizione limitata di Range Rover Classic ha affidato all’italiana Land Rover Team il restauro completo della vettura. Ed è il titolare stesso dell’azienda brianzola a raccontarci la storia dell’ennesimo lavoro compiuto a regola d’arte
Testo di Franco Picchiottini – Foto di Elfo Picchiottini
Un giorno si presenta in officina un distinto signore, proveniente dall’Herefordshire, in Inghilterra, che vuole visionare i nostri lavori di restauro di Land Rover in generale, ma soprattutto di Range Rover. Gli facciamo visitare l’officina ed il reparto dove restauriamo le auto, e per una buona mezz’ora il tizio si sofferma ad osservare in particolar modo una Range Rover, ponendo domande molto tecniche sui nostri metodi di lavoro, sul reperimento dei ricambi, sulle procedure riguardanti la documentazione, sia del modello che dell’avanzamento dei lavori eccetera.
Dopo un paio di settimane riceviamo dall’Inghilterra l’email di una signora, moglie del distinto signore, che si dice interessata al restauro della sua Range Rover CSK, la rara edizione limitata prodotta nel 1990 in soli duecento esemplari numerati, che aveva acquistato nuova. Ma che strano! Come mai dal “regno” delle Land chiedono un restauro proprio a Land Rover Team in Italia? In un primo momento sembrava quasi uno scherzo e invece, dopo solo una settimana, ecco arrivare con una bisarca, direttamente dall’Inghilterra, la Range Rover CSK numero 112 da ripristinare.
Conosciamo presto anche la simpaticissima proprietaria che ci racconta del legame con questa sua stupenda vettura e delle sue visite a vari restauratori inglesi specializzati in Land e Range, presso i quali però non aveva trovato la qualità e la meticolosità riscontrata nei nostri restauri di auto. Be’, scusate ma tanto apprezzamento ci ha fatto inorgoglire al punto che abbiamo voluto premiare questa bellissima Range con un lavoro ancor più esclusivo.
Il restauro è iniziato con una accuratissima prova su strada, in modo da evidenziare tutti i problemi esistenti al momento. Quindi abbiamo eseguito il primo lavaggio della carrozzeria, del vano motore e del sottoscocca, dopodiché abbiamo iniziato lo smontaggio totale della CSK. Tutti i pezzi sono stati smontati e immagazzinati in ordine sugli scaffali e man mano si è annotato il codice di ogni particolare che si sarebbe poi dovuto sostituire.
Dopo aver staccato tutti gli organi meccanici, si è provveduto a togliere dal telaio la vernice rimasta e la ruggine superficiale con una leggera sabbiatura, quindi sono state tagliate le parti corrose e saldati accuratamente dei nuovi pezzi opportunamente sagomati. Uno strato di fondo ed uno di vernice epossidica nera semilucida sono stati applicati prima del trattamento con il Waxoyl effettuato all’interno degli scatolati.
Riguardo al reparto meccanica, nel frattempo, venivano disassemblate tutte le parti: ponti, cambio con riduttore e motore. Dopo un’accurata revisione, tutti i pezzi sono stati riassemblati i vari gruppi, pronti per essere definitivamente rimontati sul telaio.
In carrozzeria sono stati predisposti dei tiranti e dei puntoni per irrigidire la scocca e, dopo aver smontato le portiere, i parafanghi e i cofani, abbiamo iniziato a tagliare ed eliminare tutti i pezzi corrosi dalla ruggine. In un secondo tempo sono state inserite parti nuove (tra cui i sottoporta, i parafanghi anteriori e posteriori, la traversa posteriore), mentre alcune ormai introvabili sono state ricostruite ad hoc (ad esempio alcuni supporti della carrozzeria). Dopo aver spazzolato tutta la ruggine superficiale, su tutto lo “scheletro” della scocca, così come sui lamierati esterni, è stata stesa la prima mano di fondo, seguita da due mani di vernice del colore originale Beluga Black.
Per desiderio della proprietaria tutto l’interno è stato mantenuto originale. Il rivestimento di moquette beige è stato lavato e spazzolato a mano ed il rivestimento in cuoio dei sedili è stato pulito e trattato diverse volte con creme inglesi per togliere il più possibile i segni del tempo e dell’usura.
A seguire si è proceduto con il montaggio dei ponti anteriore e posteriore, dell’impianto dei freni, del cambio, del motore e finalmente, pezzo dopo pezzo, il puzzle è stato completato. Dopo alcuni mesi di stop, il primo pieno di benzina, un giro di chiave ed il V8 è tornato a “ronfare”, e con esso ha ripreso vita tutta la Range. Dopo trecento miglia di rodaggio, la CSK n. 112 è ora pronta per un bel giro in Costa Azzurra. A seguire, la felice proprietaria se la riporterà nella verde Inghilterra, non prima di aver fatto un “tagliando” presso la Land Rover Team.
CSK, una Classic speciale per il ventennale
Nel settembre del 1990, lo stesso mese in cui venne raggiunto il traguardo delle 250.000 Range Rover costruite, al British Motor Show di Birmingham la Land Rover presentò la Range Rover CSK, un’edizione limitata la cui sigla aggiuntiva è un omaggio a Charles Spencer King, l’uomo che vent’anni prima aveva progettato della Range 2 porte originale (introdotta nel giugno 1970).
La CSK venne prodotta in soli 200 esemplari numerati destinati esclusivamente al mercato britannico, per cui tutti gli esemplari prodotti hanno la guida a destra. Unico il colore della carrozzeria, il nero Beluga Black, e unica la motorizzazione, il 3.9 V8 da 185 cavalli, abbinato al cambio manuale a 5 rapporti per la maggior parte degli esemplari, mentre i restanti sono equipaggiati con cambio automatico a 4 rapporti, disponibile come optional.
La CSK venne pubblicizzata come la versione più sportiva della Range prodotta fino allora in virtù dei miglioramenti in tema di stabilità e precisione di guida ottenuti grazie ad accorgimenti nel reparto sospensioni introdotti qui per la prima volta, e poi estesi a tutta la gamma Range, quali l’adozione di ammortizzatori “sportivi” e di barre antirollio anteriore e posteriore (che comportarono un incremento della rigidità dell’assetto del 25%) e, in tema di pneumatici, con la dotazione di coperture Michelin con codice di velocità T.
Oltre a queste, la CSK presenta altre specifiche, alcune delle quali mutuate dall’allestimento Vogue SE, il top per la Range 5 porte, e dalla versione per il mercato USA, altre invece esclusive, che rendono la CSK la più lussuosa e accessoriata versione a 3 porte della Range Rover Classic mai prodotta.
Esternamente la CSK è contraddistinta dalla sigla riportata sulle fiancate e sul portellone posteriore, dai paraurti cromati (specifica USA), dai due fari supplementari fissati sul paraurti anteriore e dagli esclusivi cerchi in lega a 5 razze, che un paio d’anni dopo sarebbero diventati standard sulla versione LSE.
All’interno ritroviamo tutta la sontuosità dell’allestimento Vogue SE, solitamente non prevista per la versione a 3 porte: radica di noce americana per la fascia della plancia, la cornice della leva del cambio e gli inserti sulle maniglie delle portiere, rivestimento in pelle beige dei sedili e dei pannelli interni delle portiere e in pelle grigia del volante, tettino apribile elettrico, aria condizionata, chiusura centralizzata, alzacristalli elettrici, specchietti esterni riscaldati, radio con 6 altoparlanti.
La dotazione di serie include anche l’ABS. Tra gli accessori disponibili a richiesta c’erano il lettore CD con caricatore fino a 12 dischi, il telefono cellulare e il convertitore catalitico sullo scarico. Nel pannello della radio è applicata una targhetta recante il numero dell’esemplare, inoltre gli acquirenti delle CSK ricevettero un esclusivo Owners Pack contenente, tra l’altro, un certificato di autenticità e una lettera di ringraziamento scritta e firmata da Spen King. La Range Rover CSK costava 28.995 sterline in versione manuale e 30.319 sterline in versione automatica.
Il restauro
Al suo arrivo presso la Land Rover Team la CSK sembrava in buona forma ma in realtà, come spesso accade con le 4×4 britanniche, ben nascondeva delle brutte sorprese…
Portato a nudo, per prima cosa il telaio ha richiesto la ricostruzione di alcune parti corrose dalla ruggine.
Dopo la riparazione, il telaio è stato verniciato e sottoposto al trattamento protettivo con il Waxoyl all’interno e all’esterno dello scatolato.
La meccanica è stata interamente revisionata. Qui vediamo il glorioso V8 in fase di riassemblaggio e poi terminato.
Il cambio LT77, manuale a 5 marce, e il ripartitore-riduttore Borg Warner con giunto viscoso riportati a nuovo.
Tutte le parti meccaniche rimontate sul telaio.
Nel frattempo anche la scocca era stata portata a nudo per poterla ripristinare.
La ruggine aveva letteralmente mangiato porzioni di pianale nei vani piedi anteriori…
…nei passaruota posteriori…
…e a livello dei sottoporta: qui è visibile uno scatolato già sostituito.
Tracce di vecchie riparazioni.
Anche il bulkhead (parafiamma) ha richiesto la ricostruzione di alcune parti.
La sigillatura delle giunzioni della scocca.
Una volta sistemata e rimessa sopra il telaio la carrozzeria, si passa a rimontare tutte le varie componenti dell’abitacolo, ad iniziare dal riposizionamento dell’impianto elettrico.
La scatola dell’aerazione/riscaldamento rimessa in sede.
Naturalmente è stato rinnovato anche l’impianto di scarico, dai collettori in poi.
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