Oltre che una regione dai paesaggi mozzafiato l’Abruzzo si dimostra un bacino di elaborazioni di fuoristrada dalle performance straordinarie ottenute senza porre limiti alla fantasia e alla creatività. Questo ibrido con telaio e scocca Defender, potente e indistruttibile, ne è un superbo esempio
Testo e foto di Francesco Fatichenti
I PRO
Motore corposo
Maneggevolezza in fuoristrada
Affidabilità della meccanica
I CONTRO
Assetto da migliorare
Qualche finitura migliorabile
IL PREPARATORE
L’OFFICINA
Strada Provinciale, 16
67019 Scoppito (AQ)
Tel.: 328-1210593
Mail: simonemansueti@hotmail.it
Referente: Simone Mansueti
Puristi della Defender saltate questo articolo, se non volete rischiare un colpo al cuore. Qui si parla di modifiche “pesanti”, che hanno completamente trasformato la meccanica e il comportamento dell’iconica Land. Le ha fortemente volute il proprietario, Simone Catalini, finanziere dell’Aquila, che ha cominciato a fare fuoristrada dieci anni fa ed oggi è tra i principali animatori del club Aquile della Valle Aterno 4×4.
Debuttò con una Suzuki Samurai a tetto alto, poi passò ad un’altra Samurai convertita a molle. A questa sono seguite due Toyota, prima una LJ 70 e poi una KZJ 70, sempre preparate. Infine, quattro anni fa, arrivò la Defender. In origine era spinta da un 2.5 turbodiesel 19J ma subito Simone, sempre alla ricerca del 4×4 “ideale”, sostituì il motore con un 2.5 serie 300. Che poi lasciò il posto al 6 cilindri 2.8 TD del Nissan Patrol GR.
Niente da fare, Simone non era soddisfatto. La folgorazione arrivò vedendo all’opera i performanti veicoli in lizza in un’edizione del Croatia Trophy: alcuni erano spinti dal potente 6 cilindri turbodiesel BMW di 3 litri siglato M57. Simone cominciò ad interessarsi e a informarsi su questo motore proprio mentre molti altri fuoristradisti italiani lo stavamo scoprendo.
Oggi la conversione con il 3 litri teutonico è molto popolare, specialmente sulle 4×4 giapponesi come il Nissan Patrol (per il quale si trova in commercio persino un kit che facilita molto il trapianto) e la Toyota Land Cruiser (un esempio lo trovate proprio in questo numero a pagina 38).
Infatti si tratta di un motore che eroga potenza e coppia in abbondanza, molto affidabile e anche molto diffuso, quindi facile da reperibile e con costi non esorbitanti (il range dei prezzi va dagli 800 ai 1.500 euro).
Per la conversione Simone si è rivolto all’amico Simone Mansueti, titolare dell’aquilana L’Officina, fucina di valide preparazioni, perlopiù ad alto tasso di modifiche, al limite della prototipizzazione dei veicoli. I due Simoni, così, si sono messi all’opera.
L’adozione di un motore tanto pregevole, peraltro potenziato a dovere fino a circa 240 cavalli con una turbina maggiorata e un’adeguata rimappatura della centralina elettronica, è stata unita ad un upgrade completo della trasmissione che ha creato un ibrido insolito ma nel complesso estremamente valido e robusto.
Cambio e riduttore provengono da una Toyota KZJ 70, mentre i ponti rigidi sono quelli del Nissan Patrol GR Y60. Infatti Catalini, che come detto la KZJ 70 l’ha avuta, apprezza molto la rapportatura sia del gruppo cambio-riduttore sia delle coppie coniche degli assali (il cui rapporto 4.6:1 è praticamente uguale a quello della Toyota).
Per completare degnamente l’opera si è provveduto ad allungare il passo fino agli ottimali 100 pollici, peraltro massimizzando l’escursione dell’assale anteriore con uno schema tri-link più Panhard, e a trasformare la carrozzeria in pick up.
Per il soddisfattissimo proprietario questa “super Defender” si avvicina molto al suo concetto di fuoristrada ideale, poiché assomma i pregi del telaio e della carrozzeria della Defender (fatta eccezione per la scomodità dell’abitacolo) con la rapportatura e l’affidabilità degli organi di trasmissione giapponesi prescelti.
Tutta l’elaborazione è stata effettuata con un elevato livello di artigianalità, com’è nello stile del preparatore aquilano: la maggior parte dei componenti è stata costruita ex novo, dai puntoni ai cerchi fino al roll bar.
All’esterno c’è qualche dettaglio un po’ rustico come i due tubi saldati al telaio a mo’ di paraurti, ma nel caso di un 4×4 destinato esclusivamente all’off road hard come questo ci può anche stare. Ciò che più si apprezza è che reparti fondamentali come la meccanica e la geometria delle sospensioni sono stati curati e realizzati in modo ottimale.
Il corpo vettura mantenuto volutamente basso, la notevole larghezza delle carreggiate e il passo allungato rendono questa Defender molto stabile in ogni condizione, e la guidabilità risulta ottima anche su strada. La posizione del motore, arretrata il più possibile, rende ottima la distribuzione dei pesi.
Sullo sterrato veloce l’unico limite è rappresentato dagli ammortizzatori, in particolare i posteriori: per sfruttare tutte le potenzialità di questa “belva” ci vorrebbe qualcosa di più efficace. Il motore è semplicemente fantastico: la rimappatura ha eliminato anche la lieve scarsità di coppia ai regimi più bassi presente di serie, sicché ora la spinta è forte già a 1.200 giri, e cresce progressiva e velocissima, senza incertezze e senza mai essere brutale, fino a 4.500 giri, soglia a cui è stato impostato elettronicamente il limitatore per questioni di affidabilità: “Quando dai gas sale di giri come una dannata, non fai in tempo ad accorgerti di essere già al limitatore.
Con una coppia così generosa e ben erogata, questa Defender si guida su strada con un filo di gas e nei percorsi trialistici, dove dà il meglio di sé, ci sono pochi ostacoli in grado di fermarla, nonostante solo il ponte anteriore sia provvisto di differenziale bloccabile e l’altezza da terra non sia elevatissima: se c’è qualche intoppo, nella maggior parte dei casi basta un’accelerata decisa e la vettura ne esce da sola.
L’allungamento del passo, oltretutto, ha migliorato notevolmente la trazione, ed ora ogni singolo cavallo di potenza viene scaricato a terra. E bisogna aggiungere anche che il consumo di carburante è sensibilmente diminuito, grazie alla modernità del motore e alla trazione che normalmente ora è solo posteriore. Puristi perdonatemi, ma questa Defender è una vera goduria!
DETTAGLI TECNICI
Poiché ora, oltre al servofreno, anche l’innesto delle quattro ruote motrici è azionato a depressione, si è resa necessaria l’adozione di un serbatoio del vuoto, ricavato da un estintore da 3 litri posto all’interno del parafango sinistro.
Il gruppo cambio-riduttore proviene da una Toyota KZJ 70, accoppiato al motore mediante una flangia in acciaio fabbricata appositamente. In questo modo la Defender è passata dalla trazione permanente a quella posteriore con anteriore inseribile. Il volano bimassa è l’originale del motore BMW, mentre si è reso necessario adottare un disco frizione realizzato su misura dallo specialista Fiorentini di Roma. La traversa di supporto del cambio-riduttore è stata costruita ex novo. La leva del cambio è posizionata all’incirca nella posizione originale della Defender, mentre la leva delle marce ridotte ora si trova a destra di quella del cambio.
Le molle rinforzate di Corsetti, che rialzano di 5 cm il corpo vettura, sono abbinate ad ammortizzatori HM 4×4 all’anteriore, con torrette superiori della Terrafirma +5 cm; al posteriore, invece, sono stati montati ammortizzatori originali del Patrol GR. Per via dell’allungamento del passo le sedi delle molle e gli attacchi degli ammortizzatori posteriori sono stati ricollocati; all’avantreno, invece, sono stati spostate le sedi delle molle sul ponte. Dischi e pinze dei freni sono quelli di serie del Patrol GR, mentre i tubi flessibili dell’impianto naturalmente sono stati allungati.
I cerchi, in acciaio, sono stati costruiti artigianalmente utilizzando il canale di un cerchio originale del Patrol GR da 7×16, molto robusto, mentre le razze e l’attacco ai mozzi sono stati fabbricati con ET -45, parecchio scampanati. Da ultimo sono state fabbricate e saldate le flange del beadlock. I pneumatici sono Lakesea X Terrain Mud 35×10.50 R 16.
La strumentazione originale è stata sostituita da uno strumento 4 in 1 (include contagiri, temperatura acqua, temperatura olio, pressione olio) a cui si aggiungono il manometro del turbo, il voltmetro, l’indicatore del livello del gasolio nel serbatoio, il manometro del regolatore di pressione del blocco del differenziale posteriore. Manca il tachimetro/contachilometri.
MODIFICHE E COSTI
Motore BMW 3.0 TDI M57D30 1.000
Turbocompressore Garrett GT2260V 400
Rimappatura centralina motore 400
Semplificazione cablaggio elettrico motore 500
Disco frizione Fiorentini 150 euro
Cambio e riduttore Toyota KZJ 70 600
Flangia di accoppiamento motore-cambio 100
Alberi di trasmissione rinforzati ant. e post. Italgiunti 1.400
Ponti rigidi ant. e post. Nissan Patrol GR Y60 1.400
Puntoni sospensioni 1.000
Molle e ammortizzatori ant. e post. 500
Cerchi in acciaio con beadlock (4) 300
Pneumatici Lakesea X Terrain Mud 35×10.50 R 16 (4) 700
Verricello elettrico Tyrex 12000 con cavo tessile Dyneema 400
Roll cage e pedane laterali 1.000
Parafanghini allargati in acciaio (4) 100
Cofano in vetroresina 350
Fari principali a LED (2) 150
Protezioni fiancate e griglie fari ant. e post. 400
Sedili Smart 100
Autoradio 2 DIN con TV 200
Volante Momo + mozzo 100
Strumenti 100
Prezzi in euro IVA inclusa, manodopera esclusa
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