La base era già fuori del comune per i canoni europei, perciò sono bastate poche modifiche per rendere colossale questo “camioncino” Dodge che, a dispetto della mole, sfodera una grinta quasi sportiva grazie ai 400 cavalli erogati
Testo e foto Paolo Baraldi
Nati per un uso professionale, con il passare del tempo i pick up si sono ritagliati uno spazio sempre più importante anche nel settore del tempo libero e ricreazionale. E piacciono sempre di più anche agli italiani!
Ovviamente gli Stati Uniti sono il Paese dove questo tipo di veicoli spopola, occupando spesso le prime posizioni nella classifica delle immatricolazioni. I pick up “yankee” sono molto diversi, per dimensioni, cilindrata e potenza, da quelli normalmente commercializzati in Europa ed Italia.
Oltreoceano sono dei veri e propri “bisonti” rispetto ai nostri 4×4 cassonati, che pure piccoli non sono, e risultano anche più confortevoli e spaziosi, oltre ad avere caratteristiche di carico e di traino maggiori.
Nella patria dei grandi motori a benzina ultimamente anche il diesel ha iniziato a far sentire la sua “voce”, facendosi sempre più apprezzare per la sua affidabilità e la coppia ai bassi regimi, tanto che molti pick up americani hanno iniziato ad essere equipaggiati con questo tipo di propulsori.
Negli ultimi tempi, grazie ad alcuni preparatori e a qualche programma televisivo, è dilagata la moda di preparare pesantemente questi veicoli, sino ad arrivare ai molto discussi e criticati Rolling Coal, di cui la “fumata nera” è un segno distintivo.
Premettendo che noi siamo piuttosto per i Rolling Clean, non neghiamo di essere affascinati da questi grandi mezzi. Grazie al nostro amico Davide Tagliabue, proprietario di un bel Dodge Ram 2500 Laramie 4×4 del 2006 con motore Cummins turbodiesel a 24 valvole di 5.9 litri, possiamo mostrarvi un’intelligente personalizzazione di questo tipo di veicoli.
È d’obbligo precisare che la Cummins, azienda dell’Indiana che dal 1918 produce ottimi e potenti motori diesel, dal 1989 collabora con Chrysler per equipaggiare alcune versioni del Ram con i suoi motori della
serie B. La versione del Ram di Tagliabue ha visto poche e mirate migliorie sia estetiche che tecniche
che ne hanno accentuato il look “a stelle e strisce” senza però perdere di vista l’eleganza ed il rispetto dell’ambiente.
Infatti le uniche “fumate” che abbiamo visto produrre da questo Dodge sono quelle di polvere! Certamente, anche se rialzato di 10 pollici, questo non è un 4×4 dedicato al fuoristrada più impegnativo e ne eravamo consapevoli già prima di salire a bordo.
Il nostro giudizio, quindi, si basa su altri aspetti quali la guidabilità, il comfort e l’esecuzione dei lavori. Il nostro test è avvenuto nella pista di velocità dell’autodromo Pragiarolo di Maggiora (Novara), dove si sono evidenziate le ottime caratteristiche di questo veicolo che, nonostante la mole e l’altezza, ci ha saputo infondere quel giusto feeling necessario per poterlo spingere al limite nelle curve del circuito, dove non si sono verificate sbavature ed imprecisioni.
Lo stesso si è rilevato su asfalto, anche se il massimo del piacere di guida e del comfort si raggiunge ad andature medie. A causa delle sue dimensioni questo Ram non è certo adatto per le nostre mulattiere ma si fa sicuramente perdonare per le sue capacità di carico e per la potenza del turbodiesel Cummins vitaminizzato.
Da lodare, infine, l’estetica complessiva che, grazie a pochi e mirati interventi (sospensioni,
cerchi e gomme), ha acquistato quell’aspetto di imponenza classico dei pick up americani senza però compromettere la linea e mantenendo le dovute proporzioni.
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