Il preparatore aquilano che ama l’estremo ha stravolto la sua TJ “show car” applicando i ponti a portale dell’Unimog, un assetto con quadrilink e coilover e un compressore volumetrico al motore 4 litri. Il risultato è una vettura praticamente inarrestabile
Testo e foto di Francesco Fatichenti
I PRO
Sicurezza in fuoristrada
Trazione elevatissima
Affidabilità della meccanica
I CONTRO
Semiassi da migliorare
Cerchi di derivazione automobilistica
Modifiche non omologate
IL PREPARATORE
L’OFFICINA
Strada Provinciale, 16
67019 Scoppito (AQ)
Tel.: 328-1210593
Mail: simonemansueti@hotmail.it
Referente: Simone Mansueti
Il sogno di molti fuoristradisti amanti dell’estremo sono i ponti a portale, una soluzione dall’efficacia indiscutibile per chi pratica il rock crawling ma che trova nell’elevato costo e nella quasi totale impossibilità di omologazione i principali limiti alla sua diffusione tra i fuoristrada utilizzati in modo amatoriale (attualmente, infatti, in Italia si trova applicata principalmente sui veicoli da competizione).
Tra i pochi off roader di casa nostra che è riuscito a realizzare il sogno delle cascate di ingranaggi c’è Simone Mansueti, titolare dell’Officina di Scoppito, in provincia dell’Aquila, che i nostri lettori ormai conoscono bene. È solo da un paio di anni che Simone ha aperto L’Officina (e la conduce da solo dallo scorso ottobre), ma la sua esperienza come meccanico è ventennale, e quella come fuoristradista solo di poco meno lunga. Peraltro è vicepresidente del club Le Aquile della Valle dell’Aterno, presieduto dall’amico fraterno Simone Catalini, che conta una sessantina di iscritti.
Circa dieci anni fa Simone acquistò questa Jeep Wrangler TJ 4.0, già un po’ preparata. Pochi anni dopo vide per la prima volta le cascate di ingranaggi su un fuoristrada e gli piacquero molto. “Provai addirittura ad autocostruirle su dei ponti Dana, ma dovetti rinunciare per la complessità del lavoro, che richiede un’attrezzatura specifica mentre io all’epoca lavoravo nel garage di casa” racconta Simone.
“Poi, in occasione di un raduno qui in zona, vidi la Jeep TJ di Gianluca Lamura, un “aeroplano” con ponti Unimog, e mi dissi che prima o poi avrei dovuto farla anch’io così! Dopo aver aperto L’Officina, anche per una questione di immagine ho deciso di fare un upgrade importante della TJ. Così un paio di anni fa, senza ancora sapere dove mettere le mani, decisi di acquistare due ponti Unimog 406. Un ammasso di ferro e ruggine, ero un po’ preoccupato. Insieme al mio caro amico Mario Bruno abbiamo cominciato a smontare i ponti e mi sono reso conto che il lavoro non era affatto semplice. I ponti sono stati tagliati per poter posizionare le “bocce” dei differenziali nel modo corretto per la Jeep: centrale sul ponte posteriore e spostato a sinistra sul ponte anteriore. Gli originali freni a tamburo sono stati convertiti a disco e, nel contempo, gli assali sono stati completamente revisionati. Trattandosi di un veicolo degli anni 70, non ci sono tolleranze precise, si fa tutto con i rasamenti e per accordare tutti componenti ci vuole parecchio, anche se la loro robustezza ti permette qualche errore… È stato un lavoro impegnativo, che facevo per la prima volta, ma il risultato è eccellente. Tant’è che abbiamo in programma di montare i ponti Unimog sulle auto di altri clienti”.
Gli indistruttibili ponti dell’Unimog hanno richiesto una lunga serie di modifiche di contorno per poterli adattare alla Jeep. Contestualmente è stato studiato un assetto con schema quadrilink e ammortizzatori coilover sia all’anteriore che al posteriore, cercando di mantenere il baricentro il più basso possibile visto che le cascate di ingranaggi da sole rialzano gli assali di circa 13 cm. L’adozione di gomme da ben 40”, poi, ha finito per portare l’altezza da terra delle bocce dei differenziali a circa 45 cm!
Un altro grande vantaggio dei ponti a portale è il fatto che la riduzione molto spinta dei rapporti di trasmissione effettuata dalle cascate di ingranaggi (ad 1 giro di ruota corrispondono 2,5 giri dei semiassi) diminuisce notevolmente lo sforzo di tutti gli altri organi di trasmissione, permettendo di mantenere il riduttore originale della TJ e regalando un’affidabilità elevatissima al comparto.
Certo si tratta di una modifica invasiva, molto difficile da omologare e che rende la macchina dedicata quasi esclusivamente al fuoristrada estremo, dato che i trasferimenti stradali sono limitati nella velocità per via dei rapporti molto ridotti (anche con le gomme da 40” la vettura non supera, al limitatore dei giri, i 130 km/h) ma, soprattutto, nella guidabilità per la presenza del pistone idraulico di sterzo al posto della tradizionale scatola guida, che rende lo sterzo impreciso e il controllo non facile: già a 100-110 km/h questa Jeep è impegnativa da condurre. Paradossalmente, a parità di velocità è più facile da guidare su sterrato veloce che su asfalto.
Un’altra modifica interessante è la sovralimentazione con il compressore volumetrico della Mercedes 200 Kompressor. “È stata una sfida personale, che io sappia nessuno ha mai montato sul 4.0 della TJ questo compressore” dice Simone. “Intendo fornire questa modifica, che richiede anche una nuova centralina elettronica, come pacchetto completo. Però, dato che i cavalli non bastano mai, il prossimo step sarà l’installazione di un 5.7 V8 Hemi da 350 cavalli di serie, proveniente da un Dodge Ram, che ho già pronto”.
Gli oltre 250 cavalli di potenza massima che il preparatore calcola di aver ottenuto si sentono e sono ben erogati, a nostro avviso già sono più che sufficienti per muovere con disinvoltura questa Jeep che inevitabilmente è arrivata a pesare 2,5 tonnellate.
L’assetto è volutamente abbastanza rigido. Simone ha impiegato parecchio tempo per trovare la taratura per lui ideale, ed ora è molto soddisfatto. “Più l’assetto è rigido e più mi dà sicurezza” dice, e in effetti la vettura, a dispetto della mole, si dimostra molto stabile nei passaggi con forti pendenze, infondendo sicurezza. Sulle buche affrontate a basse velocità tale rigidità si avverte, ma le grosse gomme aiutano molto ad assorbire i colpi.
Nel trial questa Jeep dimostra un’agilità straordinaria, data non solo dalla luce a terra impressionante ma anche dalla trazione “mostruosa”, garantita sia dalla trasmissione che dalle sospensioni, che si muovono davvero bene. I rapporti molto corti della trasmissione non permettono di far girare le ruote molto velocemente, ma alla fine la cosa importante è che si dispone di grande trazione fino all’ultimo centimetro prima che si stacchi una ruota.
Le marce che si utilizzano di più in off road sono la seconda e la terza ridotta, in particolare la terza con cui si fa quasi tutto, mentre la prima si usa solo in condizioni particolari come l’arrampicata su roccia. La volontà di mantenere il corpo vettura più basso possibile ha costretto a limitare l’escursione delle sospensioni in compressione (all’anteriore la corsa in compressione dalla posizione di lavoro standard è di soli 8 cm), in compenso però l’estensione è elevata. In sintesi, è davvero difficile trovare un ostacolo che possa impensierire questa TJ, a cui piace “vincere facile”!
DETTAGLI TECNICI
Entrambi i ponti sono dotati di una cinghia di fine corsa, applicata al centro dell’assale, al fine di evitare la totale estensione contemporanea di entrambi gli ammortizzatori, che porterebbe ad un eccessivo innalzamento del muso e del posteriore della vettura nelle salite e nelle discese.
L’impianto di sterzo è stato reso completamente idraulico con l’adozione di un pistone, di una valvola orbitale posta sul piantone di sterzo accorciato e di una pompa dell’olio Casappa, collocata dov’era la pompa del servosterzo originale con i necessari adattamenti.
I parafanghini originali sono stati eliminati e rimpiazzati con strutture in acciaio tubolare coperte con lamiera da 1 mm che si raccordano alla struttura del roll cage, anch’esso costruito artigianalmente da Simone con tubi d’acciaio decapati da 44 mm di diametro. La gabbia avvolge tutta la cabina e la parte posteriore della vettura. I montanti anteriori e centrali si ancorano alle barre sottoporta, fissate alla carrozzeria, mentre i montanti posteriori si fissano al paraurti.
La cabina ora è chiusa da una capote in tela Cargo della Suntop che crea un effetto pick up.
MODIFICHE E COSTI
Sovralimentazione motore con compressore volumetrico derivazione Mercedes (incluso cablaggio, puleggia dentata per sensore di giri, bobine Magneti Marelli e cavi, due moduli di accensione, centralina programmabile mappata, compressore volumetrico revisionato) 3.000
Alternatore supplementare Volvo 24 Volt, 150 A 300
Batterie Exide da 100 Ah (2) 240
Traverse + piastra supporto cambio-riduttore 1.000
Alberi di trasmissione ant. e post. 1.000
Ponti Unimog 406 ant. e post. revisionati e modificati per applicazione su Jeep TJ (con semiassi ricavati dal pieno e freni a disco) 10.000
Puntoni sospensioni ant. e post. in ergal, regolabili, con uniball (8) 1.760
Ammortizzatori coilover Teknoauto olio/azoto regolabili (4) 3.000
Bump stop idraulici Teknoauto con attacchi al telaio (4) 880
Archi per attacco superiore ammortizzatori (4) 200
Impianto sterzante idraulico con pistone 1.000
Barra di accoppiamento sterzo rinforzata e regolabile 220
Attacco pistone idraulico su barra accoppiamento sterzo 80
Cerchi in acciaio rinforzati per off road con attacco Unimog e beadlock 8×17 (4) 1.800
Pneumatici Maxxis Trepador Competition 40×13.50 R 17 (4) 1.600
Verricello elettrico Red Winch Hornet con due motori Bow 2 e cavo tessile Dyneema 3.500
Verricello elettrico supplementare da 12.000 libbre 400
Roll cage in acciaio 1.500
Prezzi in euro IVA inclusa, manodopera esclusa
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