In Abruzzo, terra di estimatori del Pajero, troviamo spesso delle valide preparazioni. Questa volta vi proponiamo un V80 che il proprietario ha reso tanto bello quanto performante con tutti gli accorgimenti possibili
Testo e foto di Lorenzo Gentile
Oltre ad essere una regione magnifica con una cucina squisita, panorami mozzafiato e un’accoglienza sempre calorosa, l’Abruzzo ha una particolarità che probabilmente in pochi avranno notato: forse è la regione d’Italia dove è più diffuso il Mitsubishi Pajero, un 4×4 vincente sia dal punto di vista commerciale (con oltre 3 milioni di esemplari prodotti) sia sportivo, dove è tuttora in testa nell’albo d’oro della leggendaria Dakar e vanta numerosissime vittorie nel Campionato FIA Cross Country Rallies.
In questa regione, infatti, c’è un’insolita concentrazione di Pajero: cacciatori, contadini, allevatori e, ovviamente, appassionati fuoristradisti scelgono il 4×4 giapponese come fido compagno di lavoro o di divertimento. E diversi esemplari sono preparati davvero bene.
L’ultimo che abbiamo scovato appartiene ad un impiegato trentenne, Graziano Baiocco, che ha acquistato il suo Pajero V80 Invite con cambio manuale presso Totani, noto concessionario e preparatore dell’Aquila ben attivo nel settore off road e delle competizioni (e certamente primo responsabile della diffusione del Pajero nella regione!).
La vettura, una ex Terna del 2008 con 130.000 km all’attivo, è stata affidata in un primo momento alla stessa Totani, che ha montato piastre di protezione, cerchi, gomme e assetto, mentre il resto della preparazione è stato effettuato in casa da Graziano, che si è dedicato prevalentemente al motore e all’aspetto estetico.
Proprio il 3.2 DI-D è il punto di forza dell’intera preparazione. È un motore robusto e preparato in ogni singola parte. Eccellente risulta la modifica dell’intercooler, spostato in posizione più alta, davanti al radiatore del motore.
Questa scelta, a differenza del collocamento sopra la testata (come fanno in molti erroneamente), oltre a garantire una superiore efficienza dell’intercooler permette di evitare di forare il cofano, mantenendo così inalterata la bellezza della carrozzeria.
Il nuovo modulo aggiuntivo della centralina di gestione, unito al nuovo turbogruppo Saito con girante maggiorata specifico per questo modello, hanno donato coppia e potenza in abbondanza. Adesso la vettura tira bene già sotto i 1.500 giri, grazie ad una coppia ben superiore a quella originale.
Il test effettuato sulle montagne abruzzesi, nei pressi del Parco del Gran Sasso, ha confermato la validità della preparazione effettuata, non solo a livello di motore ma anche degli altri componenti installati. Se le salite più ostiche vengono divorate a colpi di acceleratore anche con la sola trazione posteriore, l’impostazione dell’assetto aiuta nei passaggi più lenti, come l’attraversamento di ostiche pietraie.
Per cercare di rimediare alla scarsa escursione disponibile, da sempre nota dolente dei 4×4 Mitsubishi, oltre alla semplice installazione di nuovi molle e ammortizzatori Graziano ha eliminato entrambe le barre stabilizzatrici, il che ha fatto guadagnare qualche prezioso centimetro.
Il kit di rialzo scelto, appartenente alla fascia “entry level” del mercato, garantisce prestazioni solo discrete sui percorsi accidentati affrontati ad alte velocità, dove invece il Pajero riesce a dare il meglio di sé. Per concludere ci complimentiamo con Graziano per l’ottimo lavoro svolto nel curare la parte estetica.
Il paraurti anteriore, particolarmente difficile da realizzare sul V80, ricalca alla perfezione la sagoma della carrozzeria e sfrutta gli attacchi originali della vettura con appositi rinforzi strutturali per evitare danneggiamenti. Inoltre l’eliminazione della ruota posteriore (montata all’interno solo nei lunghi spostamenti) ha un doppio vantaggio: da una parte rende più lineare e filante la carrozzeria, dall’altra elimina lo sbalzo posteriore rendendo maggiormente controllabile il mezzo specialmente sul guidato veloce.
Quella di Graziano è una vera passione non solo per il Pajero ma per il fuoristrada in generale e per la natura che circonda le montagne dell’Aquila. Questo suo amore lo ha spinto a fondare, insieme all’amico di una vita Daniel D’Innocenzo, il Club La Piana Off Road, di cui attualmente è vice presidente.
La parte attiva del club non si limita soltanto all’organizzazione di eventi fuoristradistici, che culmina con il raduno annuale di marzo, ma si dedica anche alla vigilanza, alla pulizia e al controllo del territorio da parte dei soci volontari. Un gruppo coeso che, siamo sicuri, continuerà a crescere guidato dall’amore per la natura e dalla passione per il fuoristrada.
DETTAGLI TECNICI
L’aspirazione è stata ottimizzata con un nuovo filtro aria K&N e la presa di aspirazione, dalla posizione originale fronte marcia sopra il radiatore, è stata spostata dietro l’air box per prevenire l’ingresso di acqua e fango.
Lo scarico è stato reso più diretto: dei due catalizzatori presenti in origine è stato lasciato solo il più piccolo, quello dietro la turbina, mentre l’adozione del modulo della Tecinox ha consentito di eliminare il grosso silenziatore centrale. L’uscita è stata ricavata sopra il differenziale posteriore.
MODIFICHE E COSTI
Kit turbocompressore Saito SM200 WG 1.100
Modulo aggiuntivo Adonis 600
Filtro aria K&N 90
Tubi in gomma raccordo intercooler 60
Raccordo scarico Tecinox 500
Kit modifica volano monomassa + frizione rinforzata R-Team 1.500
Paraurti ant. in acciaio artigianale 400
Piastra porta verricello Duralblock 180
Verricello elettrico Ramsey 8.500 libbre 390
Paraurti post. in acciaio artigianale 290
Assetto Old Man Emu 1.250
Cerchi in lega Braid 8×16 ET-10 (4) 1.000
Pneumatici Malatesta Kaiman 265/75 R 16 (4) 450
Kit piastre Duralblock sottoscocca 1.480
Pellicole vetri scure 690
Ganci di recupero artigianali 130
Prezzi in euro IVA inclusa, manodopera esclusa
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