Siamo sulle rive del Volga, a circa 800 km da Mosca. È il 1958, stanno per iniziare gli anni ’60. Yuri Gagarin sta per diventare il primo uomo a fare un viaggio nello spazio e a breve sta per essere eretto il Muro di Berlino. Dalla catena di montaggio della fabbrica automobilistica di Uljanovsk esce il fuoristrada UAZ 450, la cui forma ricorda a tutti da subito la “bukhanka”, la tipica “pagnotta” russa.
Testo di Gianluca Vittori
Erano gli anni in cui l’Armata Rossa aveva il chiodo fisso di un’imminente guerra atomica. Questa era stata una delle ragioni principali per iniziare la fabbricazione di un mezzo resistente e che potesse trasportare un gran numero di morti e feriti. Nacque così il Bukhanka, resistente, anzi “indistruttibile”, studiato per trasportare fino a 14 persone alla volta. Oltre alla doppia funzione, mini-bus e ambulanza, si rivelò da subito molto utile per attraversare i duri terreni dell’entroterra russo.
Per queste sue caratteristiche il Bukhanka iniziò a essere richiesto e quindi messo in produzione da subito. Il fascino e la grande duttilità del mezzo portarono da subito alla richiesta di 35 veicoli da adibire ad ambulanza. In breve tempo la “pagnotta” iniziò a essere esportata all’estero, in alcune delle zone più impervie del globo, Siberia, Jacuzia, oltre che Indonesia e Siria.
UN VEICOLO POLIVALENTE
Ad oggi il Bukhanka è adottato in tutta la Russia, come mezzo di supporto per le forze dell’ordine, dalla Protezione Civile, come ambulanza e come bus, oltre che in agricoltura. Prima o poi il suo multi-utilizzo porterà qualche ingegnere russo a metterci un reattore nucleare per il prossimo viaggio spaziale.
Il Bukhanka ha da poco compiuto 62 anni. Ed è più in forma che mai, con una gran voglia di continuare a far festa e far ballare le ruote sui terreni più insidiosi. L’azienda senese UAZ Italy, importatore ufficiale dei modelli UAZ in Italia, oltre ad avere richiesta dal mercato italiano, che si sta accorgendo dell’utilità del mezzo anche nella nostra penisola, ne ha venduto un modello all’azienda preparatrice e rivenditrice, Ferri Corse 4×4 di Milano.
L’ALLESTIMENTO “452 TUNGUSKA”
In questi anni in cui i 4×4 “puri e duri” scarseggiano ma per fortuna non mancano le idee, lo storico preparatore milanese di fuoristrada si è cimentato in un progetto davvero originale: l’elaborazione del mitico e “sempreverde” Bukhanka.
La Ferri Corse 4×4 davvero non poteva trovare un modo migliore per festeggiare il recente trasferimento nella nuova sede a Pero e i 30 anni di attività (in proprio, perché a dirla tutta Maurizio Ferri sui fuoristrada ci lavora da 40 anni): preparare un Bukhanka è una sfida (riuscitissima) che mescola nostalgia e modernità.
La base di partenza prescelta da Ferri è la versione con assali maggiorati e differenziale posteriore bloccabile. “Ho voluto denominare questa versione speciale “452 Tunguska” in omaggio alla denominazione ufficiale originaria del modello del 1966 (452) e dell’evento che si verificò nella località siberiana di Tunguska il 30 giugno del 1908 a seguito del possibile impatto di un meteorite: a mio avviso è proprio la storia di questo furgone, che è tornato esattamente come un meteorite nel panorama fuoristradistico attuale con una struttura classica, vale a dire telaio a longheroni, ponti rigidi e alimentazione a benzina verde (Euro 6)” spiega Ferri. “Il nostro mezzo si differenzia dall’originale per una serie di accessori che lo rendono “pronto raid” dal costo complessivo di 12.000 euro, che vanno aggiunti ai 23.000 euro del costo del furgone di serie”.
IL PROGETTO E LA TESI DI LAUREA
La Ferri Corse 4×4 è partita dalle dotazioni di base per rendere il veicolo adatto al superamento di ogni tipo di ostacolo. Quindi ha scelto, per cominciare, di rivolgersi al produttore russo RIF 4×4, che ha un catalogo particolarmente fornito dal quale sono stati scelti gli accessori omologabili come il paraurti anteriore ad uso gravoso con la predisposizione per il verricello, il paraurti posteriore ad uso gravoso dotato di porta ruota di scorta esterno, il para tiranteria anteriore a traliccio di tubi e lo snorkel. Per l’assetto, invece, è stato necessario studiare una soluzione dedicata perché non si è trovato nulla nel mercato after market. Nota curiosa: durante la fase di studio e realizzazione il 452 Tunguska è stato oggetto della tesi di laurea di un tirocinante del Politecnico di Milano, di cui Ferri è tutor aziendale.
“Per tutta la fase di progettazione dell’assetto ci siamo avvalsi delle attrezzature tecniche necessarie allo studio dei dati quali accelerometri, sensori lineari, software adatto ecc.” dice Ferri, “in quanto le ultime esperienze sull’assetto di questo furgone risalivano ai modelli in commercio negli anni 80 che però non hanno più nulla a che vedere con quello attuale, a parte la carrozzeria che è rimasta la stessa”.
Il rialzo di 11 cm è stato ottenuto in parte applicando spessori di 4 cm posti tra il telaio e il supporto dell’occhio a cui si vincola il biscottino della balestra, mentre per i restanti 7 cm si è lavorato sulle balestre paraboliche originali, che sono state centinate e integrate con un foglio supplementare, adottando anche dei cunei tra ponte e balestre per ripristinare il valore corretto dell’angolo d’incidenza. I cavallotti, naturalmente, sono rinforzati. L’intervento è stato effettuato in collaborazione con l’azienda De Felice Balestre.
Prosegue Ferri: “Per gli ammortizzatori ci siamo rivolti al nostro partner ORAM Sospensioni a cui abbiamo inviato i disegni per la realizzazione degli ammortizzatori di tipo Step 1 a gas/olio con stelo maggiorato da 22 mm e lunghezza adeguata alla corsa delle sospensioni.
Per spostare il centro di gravità in posizione più favorevole al comportamento sicuro e dinamico del furgone, inoltre, abbiamo fatto costruire dalla Distanziali.it degli spessori in ergal con colonnette rinforzate da montare sui mozzi delle ruote per allargare la carreggiata di 8 cm totali”.
Il motore a benzina di 2.7 litri da 112 cavalli non è stato toccato.
Le uniche modifiche apportate alla trasmissione riguardano gli alberi: sulla flangia dell’anteriore è stato applicato un distanziale in duralluminio mentre il posteriore è stato sostituito con uno maggiorato e a doppia crociera per evitare vibrazioni derivanti dalla nuova altezza. I pneumatici di serie sono stati sostituiti con dei BF Goodrich A/T nella misura 235/85 R 16.
Tutta la parte relativa all’illuminazione esterna e interna, in origine basata su normali lampade ad incandescenza, è stata sostituita con luci a LED. Anche i fari anteriori originali hanno lasciato il posto a fari a LED da 7 pollici con luci diurne, affiancati da due fari supplementari a LED ad alta potenza con specifiche militari montati sul paraurti anteriore.
Nel vano paraurti dedicato è stato installato un verricello elettrico da 9.500 libbre (4,3 tonnellate) con cavo sintetico e bocca in alluminio, con relativo stacca batteria di sicurezza posizionato nell’abitacolo. Da segnalare anche i grilli maggiorati ad alta resistenza.
Una batteria Optima Red Top con spunto di 1.000 A completa l’allestimento elettrico.
Il nezzo è stato dotato anche di una doppia presa USB accoppiata alla presa accendisigari originale e posizionata sul cruscotto in posizione ergonomica.
I gradini di accesso all’abitacolo sono stati ricoperti di uno spesso strato di Protectakote, una vernice poliuretanica antiscivolo, di colore nero.
Noi di 4×4 Magazine lavoriamo con mezzi preparati da sempre. Mezzi allestiti per conquistare terreni che metterebbero alle corde chiunque. Il Bukhanka, con la sua simpatica forma, è un mezzo che non ha niente da invidiare a nessuno, anche nella versione base. Questo mezzo ci fa venire in mente un ritrovo di amici, che dopo aver esplorato un territorio fanno festa sotto la luna, dove si balla, si spaccano bicchieri e fino a tarda notte si beve. Vodka, rigorosamente vodka.
© 4×4 Magazine – RIPRODUZIONE RISERVATA